Il problema è emerso un paio di mesi fa. E che non si tratti di un caso banale lo dimostra il fatto che è stato immediatamente comunicato per iscritto alla direzione tecnica dell’autorità portuale, alla direzione generale del territorio e al segretario generale Giambattista D’Aste.
Sì perchè per l’appunto non è stato semplicemente trovato un topolino tra radiatore e serbatoio dell’olio in una qualsiasi auto di servizio. Praticamente tutte o quasi le auto in dotazione, «presentano evidenti tracce di infestazione da ratti, i quali costruiscono il loro nido all’interno del vano motore in corrispondenza del convogliatore aria del riscaldamento abitacolo». La lettera allarmata partita dall’officina manutenzione fa preciso riferimento a tutte le auto che sono state interessate dal «problema». Sono ben nove le Panda o le Fiat Multipla già «abitate» dai ratti. In un caso, durante il controllo, «si è dovuto provvedere all’evacuazione di 3 ratti», ma soprattutto «si suppone con certezza che questo problema interessi altri mezzi di servizio».
Come sia stata scoperta l’infestazione è presto detto. Un funzionario dell’Autorità Portuale, Mauro Boffelli, componente della commissione consultiva e Rappresentante per i Lavoratori sulla Sicurezza, ha portato la sua Panda di servizio in officina. Dopo qualche giorno è stato informato che i meccanici avevano trovato i ratti nel motore. «Sentivo un odore strano – conferma Boffelli -. Pensavo che qualche senzatetto fosse riuscito a entrare di notte nell’auto per dormirci. Il problema però più serio è venuto dopo. Una volta ripulito il vano motore e riavuta l’auto in dotazione, ho sentito provenire dalle bocchette di aerazione un odore ancora più forte. L’aria era irrespirabile. Dopo qualche giorno ho avuto problemi di salute e sono andato all’ospedale Galliera dove mi è stata riscontrata un’infezione intestinale. Ho fatto una cura di antibiotici, ma quando l’ho finita, mi sono ripresi i dolori. Non so cosa pensare, ma l’anno scorso, in agosto andai come volontario in Kenia (ad Eldoret) con una onlus che si occupava di diritti umani e non ho preso nessuna malattia».
Il rischio che i topi c’entrino qualcosa è qualcosa più di un sospetto. Ma il vero problema è che un intervento davvero risolutivo non viene fatto. «Sembra incredibile – osserva Boffelli -. Ma per fare la disinfestazione delle auto di servizio, secondo il segretario generale serve una gara d’appalto. Chissà se ne ha fatta una anche per installare il semaforo all’entrata del suo ufficio?». La battuta che getta lì in conclusione ha tutto il sapore di un invito a curiosare. Per trovare ovvia soddisfazione. Perchè il semaforo sulla porta dell’ufficio dell’avvocato D’Aste c’è sul serio. Una scatoletta color crema con due luci, una verde e una rossa, che ricordano quella del direttore dei film di fantozziana memoria. Se il semaforo è rosso, guai anche a provare a bussare: il segretario è indisturbabile. «E dire che questa doveva essere la “Nuova Stagione” – commenta amaramente il rappresentante sindacale per la sicurezza -. Avremmo bisogno di snellire e far ripartire il porto e non riusciamo a disinfestare le auto». Intanto i topi ballano.