Lo sciame di moscerini che ha invaso Vasto Marina e in parte la città alta ha richiesto un intervento di disinfestazione ordinaria. Ecco quindi che torna l’attenzione sugli insetti che possono creare problemi per l’uomo e l’ambiente nel nostro territorio.
E’ il dottor Daniele Fiore, Pest Management Consultant (consulente nella gestione degli infestanti) a illustrare tre situazioni su cui va posta la massima attenzione.
“Nella nostra zona si evidenzia la presenza del Lyctus, un coleottero dall’addome rosso, che attacca i fiori della famiglia degli oleandri e si nutre di legno. Ne ho prelevato due campioni e li ho inviati in due diversi laboratori, a Modena e Campobasso. Ho ricevuto due classificazioni diverse, per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche. Di certo c’è l’impatto sul legno, perché sono insetti che proliferano in particolare su querce e pini marittimi. Il fenomeno si è presentato lungo tutta la costa, a partire da Francavilla fino a Termoli. Un sistema di monitoraggio viene effettuato grazie a dei feromoni di aggregazione, cioè richiamando gli esemplari attraverso richiami chimici. Una grande presenza è rilevata nella zona di Punta Aderci, poiché sono attirati dai fiori. Questi insetti iniziano ad avere una rilevanza anche domestica, in quanto attirati da intarsi in legno, come gli stipiti delle porte. In un hotel della costa vastese ho coordinato un intervento di disinfestazione portato a termine con successo, utilizzando prodotti fito-sanitari che hanno dato ottimi risultati”.
Altro problema che attanaglia ormai da tempo Vasto è quello del punteruolo rosso, il famigerato “insetto che attacca le palme. Il punteruolo è un coleottero di origine asiatica giunto in Europa attraverso gli sbarchi in Sicilia. Da lì si è diffuso a macchia di leopardo, anche perché il volo medio di un esemplare di punteruolo è di circa 3 km. A San Benedetto e Pescara i problemi sono molto diffusi, con diverse specie di palme che sono andate distrutte. Purtroppo i danni si evidenziano quando ormai il fenomeno è fortemente visibile e la situazione non è più recuperabile. Il vero problema è nelle larve, che distruggono la parte interna delle palme, dove fanno i nidi e che utilizzano come nutrimento andando a distruggere così il sistema linfatico della palma. Non c’è un metodo specifico per combattere questo insetto, ma possono essere messi in campo interventi preventivi.
Uno dei metodi che a mio avviso è più efficace è l’endoterapia. Attraverso delle procedure particolari si inietta l’insetticida all’interno della palma. Queste operazioni hanno un basso impatto ambientale sulla palma, sull’operatore che le effettua e sulla popolazione. Inoltre è quello che si è dimostrato più efficace. Il costo medio si aggira sui 60-70 euro ad intervento per ogni esemplare e va ripetuto per 3 volte l’anno: ad aprile, tra maggio e giugno e a settembre.
Voglio ricordare che la lotta al punteruolo rosso, per cui Vasto è considerata zona altamente a rischio, è resa obbligatoria da disposizioni ministeriali e poi da quelle regionali”.
Altro problema con cui ci si trova a fare i conti ogni anno, proprio nella stagione estiva è quello delle zanzare. “Per capire quanto sia enorme la diffusione di questi insetti, basta dire che in un anno una zanzara può generare 700mila miliardi di esemplari, per dare una dimensione, messi in fila, coprirebbero la distanza tra la terra e il sole 21 volte.
Sono due le specie che ci troviamo ad affrontare. La cosiddetta zanzara tigre, che ha un’attività diurna e che, secondo gli studi in corso, sta modificando il suo comportamento, passando dagli ambienti esterni a quelli interni, domestici. E poi c’è la zanzara comune, che ha un’attività notturna.
Nella deposizione delle uova, che sono poi il fattore cruciale, seguono due strategie. O scelgono bacini con acqua ristagnante, oppure, in maniera “più furba”, depositano le uova in avvallamenti dove prevedono che si sarà ristagnamento di acqua.
Ecco perché il problema non si risolve con trattamenti adulticidi. Va gestito a livello comunale, monitorando l’impatto con la popolazione. Il problema del proliferare delle zanzare si risolve con la lotta larvicida, utilizzando insetticidi che si comportano da regolatori della crescita (IGR).
Serve una mappatura dei tombini e di quelli che possono essere i ristagni di acqua, in modo da poter intervenire in maniera mirata. Questo è molto importante, perché le zanzare, nutrendosi di sangue, possono essere portatrici di malattie, attraverso gli animali e da questi agli uomini. Lo scorso anno in Emilia Romagna, a causa delle zanzare ci sono stai focolai di dengue e westnail arbovirus.
Una cosa vorrei ricordare: la gestione degli insetti non si fa con i prodotti chimici ma con una gestione integrata delle infestazioni (Idm, Integrate pest management). Vanno utilizzate metodiche fisiche, con meccanismi antiintrusione, con un’azione larvicida e infine con una lotta chimica. Ma è fondamentale controllare la popolazione con il controllo larvicida. La lotta adulta, con le azioni di disinfestazione va fatta specialmente mirati alle zone alberate”.