Voltago. Dal 10 giugno, Paolo De Biasio e lo zio Lino combattono la loro “guerra” contro i roditori (di tre specie diverse). La carica dei 601 topi si gira a Voltago. Che la massiccia invasione dei piccoli roditori fosse il fenomeno dell’estate 2012 in Agordino ormai lo si sapeva.
Certo, però, arrivare a catturare nell’arco di due mesi e 20 giorni la bellezza di 601 topi è cosa da guinness dei primati.
A entrarci sono stati Paolo e Lino De Biasio, che abitano in via Struz, a Voltago; quella strada che, poco prima del municipio, venendo da Agordo, sale in direzione dell’Agnèr.
E pensare che tutto è nato da una fragola che, come in una scena di un cartone animato, veniva pian pianino risucchiata dal terreno.
«Già l’anno scorso», dice Paolo De Biasio, «io e mio zio Lino avevamo visto che c’era qualcosa che non andava, ma pensavamo fossero talpe».
E invece, altro che talpe: topi di tre specie diverse…
«Un giorno mio zio», continua Paolo, «stava osservando l’orto e ha visto una fragola che si muoveva e andava sempre più giù nel terreno. Era un topo che se la stava portando nella propria dispensa».
E chissà quant’altro cibo, offerto (si fa per dire) dai De Biasio, si saranno messi al sicuro quei 601 topi prima di venire, è proprio il caso di dirlo, presi in trappola.
«Sarà che siamo vicini alla Val dei Gàmber, sarà che quello passato è stato un inverno relativamente caldo», aggiunge De Biasio, «ma qui ce ne sono davvero una marea. Dal 10 giugno a oggi sono 601. In media 10-12 al giorno. Il bello è che non accennano a diminuire. Ogni santo giorno nelle 28 trappole che io e mio zio abbiamo disseminato nell’orto restano impigliati una dozzina di topi». Si diceva: non di un solo tipo, ma di ben tre specie diverse. «Mi sono preso l’enciclopedia», sorride Paolo, « e ho visto che i topi che ho preso sono di tre qualità: alla prima, e ne avrò presi 5 o 6, appartengono quelli di una volta con il muso aguzzo; la seconda è quella dei topi campagnoli, rossi con la coda corta; ma anche questi sono pochi. La terza, che è quella più abbondante, il 99%, è quella dei topi selvatici con la pancia bianca».
Preoccupato, Paolo De Biasio ha avvisato la Usl, che comunque lo ha tranquillizzato.
«Mi hanno detto», spiega, «che, se si trattava di ratti, sarebbero subito intervenuti con la derattizzazione; ma che invece questi topi non danno problemi a livello igienico-sanitario. Mi hanno invitato a continuare a darci dentro con trappole e vischio».
L’unico modo per cercare di salvare i prodotti dell’orto è infatti questo, sperando che intanto anche i predatori facciano il loro compito.
«Mangiano di tutto», dice De Biasio, «in particolare vanno matti per le fragole, ma anche il radicchio è fra i prodotti che amano consumare».
Secondo Paolo e lo zio Lino, tuttavia, quota 601 è soltanto un dato indicativo, per quanto sufficientemente eloquente.