Topi che scorazzano liberamente nei corridoi. Bagni che perdono e che imprigionano i parlamentari. Ascensori che salgono e scendono di testa propria tenendo in ostaggio perfino la Regina Elisabetta.
Westminster cade a pezzi e la storica sede del parlamento britannico potrebbe chiudere per cinque anni di lavori.
VARIE OPZIONI AL VAGLIO. L’idea sarebbe di traslocare la Camera dei Comuni in un’aula ‘clonata’ sotto il Big Ben per permettere la ristrutturazione della antiquata rete idraulica che in alcuni tratti risale a oltre 150 anni fa e dell’impianto elettrico a rischio di incendio: un processo da 3 miliardi di sterline che permetterebbe anche di ripulire le stanze del Palazzo del parlamento dall’amianto cancerogeno che fu installato per coibentare gli ambienti negli Anni 40. Ma ci sarebbero anche altre opzioni al vaglio: qualcuno ha ipotizzato l’abbandono totale di Westminster, la vendita dell’edificio e la costruzione di un parlamento nuovo di zecca magari fuori Londra. Ma c’è anche chi ha suggerito di non fare nulla e continuare con l’attuale politica di riparazioni-tampone durante la pausa estiva dei lavori parlamentari.
LA DECISIONE A INIZIO 2013. Il piano della chiusura quinquennale verrà sottoposto all’inizio del 2013 all’esame dei parlamentari. In caso di luce verde sarà necessario traslocare gli uffici in sedi fuori dal palazzo: il Queen Elizabeth Centre – che durante le Olimpiadi ha ospitato Casa Italia – sarebbe tra gli spazi prescelti allo scopo.
Il Palazzo del Parlamento risale nella sua fisionomia attuale a metà 800: con l’eccezione della storica Westminster Hall completata nel 1099, le strutture medievali e rinascimentali finirono in cenere in un incendio scoppiato sotto la Camera dei Lord nel 1834. L’attuale complesso copre circa 30 mila metri quadri suddivisi in 1.100 stanze, cento scaloni e cinque chilometri di corridoi.