Il regno del degrado: coperture abbandonate che si sgretolano, escrementi scarti di edilizia, bidoni con olii che colano, plastica. E stranieri che dormono.
Amianto che si sgretola, fusti di olii esausti che colano, scarico abusivo di grandi quantitativi di detriti edili, “pavimenti” tappezzati da plastica in tutte le sue più non biodegrabili forme, droga leggera e pesante nascosta negli anfratti, via vai di tossicodipendenti, pendolarismo di spacciatori e di corrieri per rifornimenti e consegne, inquilini diurni e notturni, chi bivacca nel parterre, chi ha invece una stanza pulita e ben arredata al piano superiore, sporcizia a livelli incredibili ma veri, una miriade di topi le cui colonie scorrazzano e invadano gli spazi anche oltre i confini di pertinenza. Tutto questo a poche decine di metri da una scuola elementare, le Anna Frank, con 250 bambini. Una insana bomba ecologica con una nomea famosa già da parecchi anni: si tratta dell’ala degradata degli ex capannoni della Coca Cola in via Sant’Anna. Gli stabili sono di proprietà di una immobiliare riminese. Una parte ospita regolari attività, come un magazzino e un gommista. Un’altra è allo stato brado, frequentata da drogati, spacciatori, clandestini e topi.
Gli accessi sono aperti, ben poco rimane di murature forzate effettuate in passato: si varca una parete e si entra in un’altra dimensione, dove crescono plastica, stracci, odori di escrementi. Al piano terreno due stranieri , verso le 11 di ieri mattina, stavano dormendo avvolti nei cartoni. Chi lavora in zona dice che qui due sono innocui, non danno fastidio. Si percorre una scalinata e si arriva ai grandi vani al primo piano. c’è uno spazio arredato, con libri e coperte quasi pulite. Attorno l’amianto di quel che rimane delle coperture si offre al vento e ai polmoni di chi respira. I topi girano, scappano, salgono e scendono. Chi ha l’attività nel tratto attiguo ha dovuto blindare i tombini e le grate perché i topi, che le rosicchiavano, passavano e facevano attivare i sistemi d’allarme.
Già, gli allarme. Partiamo da quello creato dagli affari di droga. Proprio l’altro giorno la Municipale, che con regolarità tiene marcato per quanto possibile il grande e sporco contenitore di via Sant’Anna, così come fanno anche polizia e carabinieri, è riuscita ad acciuffare dopo un lungo e spericolato inseguimento un tunisino spacciatore e a sequestrare due etti di hascisc.
In tasca aveva un articolo del nostro giornale in cui sui raccontavano i luoghi di spaccio modenesi: questo tunisino è uno spacciatore che rifornisce altri spacciatori, ha la funzione di un “grande magazzino” che rifornisce i rivenditori al dettaglio. Non poteva non trovarsi all’ex Coca Cola, tra le vie delle Suore e Sant’Anna. Il tunisino che era in bicicletta in compagnia di un complice che si è subito dileguato, si è infilato all’interno dello stabile ex Coca Cola per poi uscire da una “porta” sul retro. Ed è iniziata la caccia all’uomo, con gli operatori del Nucleo problematiche del territorio a saltare cancellate, recinzioni, entrare in giardini. Perché l’inseguimento si è snodato sino a via Galaverna.
Qui il tunisino era riuscito nella corsa a chiudere una cancellata di un cantiere, a sbarrare il passaggio: l’agente che gli stava alle costole ha visto alcuni operai e ha urlato loro di aprire, che era in atto un inseguimento. Gli operai hanno fatto eloquenti cenni che il fuggitivo sarebbe sbucato da un’altra uscita . È così è stato e sono scattate le manette, come in un film d’oltreoceano. Questa volta è andata bene, con due etti di hascisc e 400 euro recuperati e sequestrati. Tempo fa, durante un inseguimento delle forze dell’ordine proprio all’interno dello stabilimento, un fuggitivo a causa di un improvviso crollo cadde e perse la vita.
Gli arresti, le liti, le coltellate, i sequestri di droga, si sprecano ormai nel tempo.
Il degrado è anche alimentato dall’eco-delinquenza: c’è chi impunemente scarica camionate di detriti, pezzi di mattoni, vecchi sanitari, calce. Ci sono bidoni con olii esausti che colano, c’è ogni tipo di rifiuto ad occupare l’intero spazio abbandonato. E, ripetiamo, c’è amianto, vecchie coperture in amianto spaccate e in abbandono.
Che sia necessaria una bonifica è palesemente scontato, che qualcuno sia obbligato ad intervenire è una richiesta che viene inoltrata a gran voce dalla cittadinanza.