La LAC (Lega Abolizione Caccia) ha recentemente presentato un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Alessandria, riguardo l’uso (o abuso) delle esche rodenticide posizionate nella citta omonima, soprattutto in prossimità di aree verdi e giardini.
Il caso ha fatto molto scalpore e la notizia è rimbalzata un po’ su tutte le testate locali, sia cartacee che su web (fonte primaria delle nostra rassegna stampa).
“Come risaputo ormai dagli innumerevoli articoli e come è possibile osservare nelle varie aiuole o parchi di Alessandria, la gestione della derattizzazione in città non è stata sicuramente compiuta con l’attenzione del buon padre di famiglia, che sarebbe doverosa quando si eseguono interventi del genere, per garantire il pieno rispetto della salute pubblica”, afferma Stefano Bovone, delegato della Provincia per la Lac.
Per primi in Alessandria, nel 2008, abbiamo iniziato come associazione ad occuparci del tema delle esche avvelenate – ha proseguito Bovone – Ai tempi furono sparse sicuramente non dall’ente pubblico, pertanto oggi abbiamo deciso di chiedere l’intervento della Procura per far luce sulla vicenda, anche per poter rispondere ai tanti cittadini che ci contattano preoccupati”.
La LAC si domanda come sia possibile che siano state recuperate 400 carcasse di topi, visto che questo tipo di esche dovrebbe avere un effetto di reazione di 2/10 giorni ed è quindi impossibile trovare il cadavere vicino all’esca. Ma sopratutto come sono state smaltite visto l’ingente quantità.
L’associazione ha intenzione di costituirsi parte civile, qualora si ravvisassero reati.