Combattere la malaria studiando il sistema olfattivo delle zanzare

Capire come funziona l’olfatto delle zanzare per arrivare a sviluppare nuovi metodi contro gli insetti che trasmettono la malaria. E’ questo l’obiettivo a cui ha contribuito un team internazionale, di cui fanno parte i ricercatori del Centro di spettrometria di Massa e del dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, che ha pubblicato sul numero odierno della rivista scientifica Plos One l’articolo “A proteomic investigation of soluble olfactory proteins in Anopheles gambiae”.

Oltre al gruppo fiorentino, hanno collaborato allo studio ricercatori dell’Università di Roma La Sapienza, dell’Università di Pisa e del Max Delbrück Center for Molecular Medicine di Berlino.

L’articolo analizza e identifica un gruppo di proteine che si trovano negli organi dell’olfatto della zanzara Anopheles gambiae, e in particolare delle femmine, che si nutrono di sangue. Si tratta di una specie di grande interesse sanitario, essendo il principale vettore di malaria nell’Africa subshariana.

Il dna di queste zanzare prevede una novantina di proteine che captano le sostanze olfattive presenti nell’aria e le veicolano ai recettori olfattivi. I ricercatori hanno però mostrato che solamente un terzo delle proteine previste sono presenti negli organi olfattivi -le antenne- delle femmine, mentre nei maschi il numero è molto più limitato.

“Molti scienziati ritengono che comprendere le basi molecolari dell’olfatto in questa specie possa aiutare a sviluppare nuovi metodi di controllo – spiega Francesca Romana Dani, ricercatrice del dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze -. Il lavoro pubblicato su Plos One aveva come obiettivo l’analisi dell’espressione di proteine solubili che, all’interno degli organi olfattivi, trasportano le sostanze olfattive verso i recettori di membrana. Lo studio della loro espressione è stato fino a tempi molto recenti basato esclusivamente su un metodo indiretto, poiché il materiale biologico da cui estrarre le proteine da analizzare, ossia le antenne delle zanzare, è molto piccolo e le tecniche disponibili per queste analisi non sufficientemente sensibili”.

Nonostante molti progressi compiuti nel controllo delle zanzare Anopheles gambiae e nella cura della malattia, si stima che nel 2010 vi siano stati 219 milioni di casi di malaria nel mondo e circa 660.000 casi di morte. Il 90% di queste riguarda popolazioni subsahariane e soprattutto bambini sotto i 5 anni.

Leggi l’articolo originale su www.lanazione.it

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