Capi di pelo di topo (e di gatto e di cane) potremmo custodirli in questo momento nel nostro armadio, senza saper che quello che laviamo con tanta cura e indossiamo persino, apparteneva a qualche grosso ratto di fogna.
Sì, perché il fornitore dei discutibili capi di abbigliamento rinvenuto a Livorno e a Rosignano Marittimo, è un importante grossista di Sesto Fiorentino (FI), di fatto distributore per tutta l’Italia centrale di prodotti tessili importati dalla Cina, e sopra di lui cinque importanti società aventi sede a Roma. Complessivamente, nel corso dell’operazione sono stati denunciati 14 alla competente autorità giudiziaria e sottoposti a sequestro 1.141.343 prodotti. I capi, oltre che nei negozi cinesi, sono venduti nei negozi e nelle catene commerciali italiane.
[…]A scoprire la truffa, le Fiamme Gialle di Livorno e di Roma, nel corso di un blitz che ha portato alla denuncia di 14 cinesi per frode in commercio, al sequestro di oltre un milione di capi di abbigliamento ed accessori, ad una ventina di perquisizioni eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale di Livorno, coadiuvati dai colleghi romani, presso alcune aziende site nell’hinterland della Capitale, nonché presso le abitazioni dei relativi amministratori, tutti di etnia cinese. Le indagini erano state avviate da oltre un anno dai finanzieri della Tenenza di Cecina, a seguito di un controllo effettuato presso un negozio sito nel comune di Rosignano Marittimo, anch’esso gestito da una coppia di cittadini cinesi.
Nel sottoporre a sequestro amministrativo numerosissimi articoli privi delle etichette riportanti le elementari informazioni merceologiche, i militari notavano la presenza di alcuni capi di maglieria in vendita, con etichette riportanti la dicitura “in cachemire”, ad un prezzo troppo basso.
Che si fosse trattato di un’etichetta fasulla? Per sciogliere qualsiasi dubbio in merito, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno inviato una campionatura dei capi d’abbigliamento al Laboratorio Chimico dell’Agenzia delle Dogane che, al termine delle analisi, confermava che il tessuto con cui erano confezionati i capi analizzati non era assolutamente “cachemire” ma fatto con peli di topo e di altri animali (verosimilmente cani e gatti) con misto di acrilico, viscosa, poliestere.
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